Le case popolari di via del Turchino sono state costruite tra il 1938 e il 1941, e rappresentano un esempio di architettura razionalista. Il progetto, a cura degli architetti Albini, Camus e Palanti, è in realtà molto più vasto, e crea un vero e proprio nuovo quartiere intitolato a Ettore Ponti, sindaco di Milano a inizio ‘900, a beneficio delle classi più umili e degli sfrattati. Nel dopoguerra, parte del quartiere viene demolito per far spazio all’Ortomercato, e restano 7 file di fabbricati, ma la destinazione originaria non cambia: si tratta sempre di cosiddette “case popolari”, abitate da chi fatica a trovare collocazione altrove. Dopo decenni di difficoltà e degrado, dal 2014 vengono prese in carico da MM, ed entrano in un progetto di riqualificazione urbana che nel 2018 porta alla realizzazione di giganteschi murales lungo le facciate dei caseggiati, ad opera di artisti quali il messicano Said Dokins e lo spagnolo SpY. Gli abitanti hanno un grande amore e un forte legame verso il complesso di via del Turchino, e il cortile interno dei caseggiati è spesso teatro di spettacoli, riunioni, incontri.